Hidden Beauty

What is photography ? Photography is the art of making people see what people are not able to see. How many things are under our eyes, and we don’t even notice them ? Beauty is everywhere; you only have to be able to see her. 

Feel free to download theese pictures or use them as wallpapers. 

Just a Post-it

Last night I was chatting with a friend of mine met in London, living in Spain.

Saying “see you” to each other, she told me “have a nice life”. It’s something beautiful what she told me. That is my wish for her too. What a wonderful world it would be if everyone you meet could give you the strength you need by saying “have a nice life”.

Thank you 🙂 

Fatevi 4 risate !

Scusatemi, è più forte di me. Avevo promesso di non parlare più di università, ma quando vedo certe cose non riesco ad esimermi dal farlo. Ma non preoccupatevi, quello che segue oggi è un articolo che vi scrivo per farvi ridere, perché quando si vedono certe cose non si può far altro che ridere. 

Conoscete il sito votailprof.it ? E’ un sito che ha un’idea in se molto semplice ed efficace: lasciare che gli studenti di tutta Italia possano democraticamente esprimere la propria opinione sui propri professori. Ciascun professore censito sul sito ha una pagina associata in cui gli chiunque può lasciare un commento ed una valutazione su quel determinato professore. In parole povere, democrazia diretta. 

E’ ovvio quindi che l’utenza naturale di questo sito sia rappresentata dagli studenti …

… ma può capitare che alle volte ci scriva proprio chi dovrebbe esserne il destinatario ….

Mi viene troppo da ridere. Guardate quali commenti sono apparsi su quel sito dopo la pubblicazione del mio articolo “Perché fuggire dal corso di ingegneria informatica dell’Università degli studi di Catania”.  E provate quindi ad immaginare da chi possano essere stati scritti, e in “risposta” a chi 😀 

Ecco i migliori: 
A volte non tutti possiedono la maturità necessaria per cogliere nelle materie studiate la moltitudine di stimoli che queste possono offrirgli. Il corso di Faro si presenta come uno dei più innovativi e tecnologicamente stimolanti. Mai banali le tematiche proposte per le tesine sempre incentrate su interessanti argomenti di ricerca. Da evidenziare la cortesia del prof. e degli assistenti. 

Fantastico: la tecnologia di Visual Basic e Access che non funziona ! Fantastico !

Questo è bellissimo:

Sempre disposto allo studio di nuove tecnologie nel cammpo informatico. Da la possibilità di intraprendere filoni di ricerca nuovi ed entusiasmanti, aiutato in questo da un buon gruppo di collaboratori, assai preparati e molto disponibili. Averlo avuto nel mio corso di studi mi ha permesso di ottenere un’ottima esperienza didattica-universitaria. 

Ma è uno spot della CEPU ! Fantastico ! Fantastico ! E’ uno spot pubblicitario ! Fantastico !

E’ una persona immensamente cortese, disponibile ed educata. Anche se non tanto presente a lezione, è supportato da validi elementi. 

Se volevano rispondermi avevano il mio indirizzo email. Io ci resto male. Perché non mi scrivono ? 

Bene, finisco con una chicca: giusto un commento apparso sempre sul quel sito a proposito di una certa professoressa dalle grandissime abilità oratorie: provate ad immaginare voi a chi mi riferisco: 

Gentile,simpatica,qualcuno ha un debole per lei.Le sue lezioni non sono certo il massimo ma anche lei sostiene di non avere un super arte oratoria.Disponibile a 360° sopratutto ad iniziative degli studenti.All’esame orale è perfetta.Ovviamente lo scritto al calcolatore…è al calcolatore.

Fantastico ! Fantastico ! Tanto disponibile che a me disse di essere soltanto un numero per lei ! 

Devo dire che essere trattato così da loro un po’ mi dispiace: avevano il mio indirizzo email ! Potevano scrivermi qualche cosa ! Magari dirmi, “ciao! come stai ? Come ti vanno le cose a Verona ?” Porca miseria, nulla. Nessuna risposta nella mia casella email, o magari una cartolina. Nulla. 

Basta, ho deciso: il prossimo natale manderò al DEES e al DIIT un cestino di natale, così la smetteranno ad avercela con me. Gente splendida, gente splendida, davvero; un cestino a natale non glielo leva nessuno. 


 

Siciliani, rialzatevi !

Dopo tanto aver parlato dei miei carissimi professori universitari penso davvero sia arrivato il tempo per parlare d’altro. Leggendo i miei ultimi post forse qualcuno di voi si sarà annoiato, qualcuno forse si sarà divertito, stupito, o addirittura indignato. Ma penso comunque di avere fatto la cosa giusta: ho esercitato il mio sacrosanto diritto ad esprimere il disgusto, la disapprovazione. Ho manifestato il mio diritto ad esprimere l’indignazione. Ho detto in principio a questo articolo che non avrei parlato di università, e così cercherò adesso di mantenere questo impegno. Oggi voglio parlare della mia terra, oggi voglio parlare della mia Sicilia.

Mi sono laureato due mesi fa, e da due mesi lavoro tra Milano e Verona per Accenture Technologies Solutions. La mia sede di assunzione è Milano mentre Verona è la mia sede di trasferta. Per andare da Milano a Verona impiego un’ora circa in Eurostar. A Milano mi muovo per mezzo di un’ottima rete metropolitana, a Verona prendo gli autobus della ATV. Quando arrivo a Linate col mio volo proveniente da Catania è facile arrivare a casa: prendo il 73 che mi porta a S. Babila, quindi la metropolitana, e in un paio di fermate sono a Lambrate, nella casa di due miei carissimi amici che mi hanno fatto il regalo di potermi ospitare in questi miei primi tempi da lavoratore emigrante.

In queste due città così lontane dalla mia terra ho la fortuna di trovarmi davvero bene con un lavoro che mi piace, e non posso dire di aver trovato finora particolari difficoltà. Sono un lavoratore emigrante. Questa definizione per me significa tanto. Mi riempie della soddisfazione enorme che segue dal mio essere lavoratore, ma racchiude in se anche un po’ di amarezza. Non parlo di nostalgia, ma di amarezza, amarezza per la mia amatissima terra. Faccio quello che mi piace, mi trovo bene, eppure sono dovuto emigrare, e come me tantissimi altri giovani, tantissimi altri neolaureati e non. Perché ?Provate ad immaginare: come sarebbero andate le cose se io fossi stato milanese e fossi dovuto emigrare per lavorare a Catania ? E se la mia sede di trasferta fosse stata quindi Ragusa ? 

Immaginati quindi di essere lavoratori emigranti a Catania; ovviamente non avete una macchina che sia la vostra e dovete necessariamente spostarvi con i mezzi pubblici. Mettiamo il caso che abbiate la vostra sede di lavoro a Piazza Stesicoro e che voi abitiate in una casa dall’affitto accessibile dalle parti di via Galermo. Quale autobus potete prendere ? Il 733 è quello che fa al caso vostro. Bene. Vi svegliate di buon mattino e alle 7 siete davanti alla vostra fermata: dovete essere in ufficio alle 8,00. Ma si pone quindi il quesito: quando passerà l’autobus ? Alle 7,15 ? Alle 7,20 ? Alle 7,30 ? Mai ? E soprattutto: quando vi lascerà a lavoro ? Nelle città che diversamente da Catania sono già stata raggiunte dalla civiltà, è facile predire il momento in cui passerà l’autobus: ogni fermata ha una semplice tabella degli orari che viene severamente rispettata. Questo non accade a Catania, e probabilmente non è necessario che approfondisca l’argomento, perché chiunque abbia preso almeno una volta l’autobus nella mia città sa benissimo quale disservizio metta a disposizione la municipalizzata AMT. Avete quindi un grosso problema: il vostro capo vi vuole in ufficio alle 8,00 , ma voi non potete assolutamente immaginare il momento in cui passerà l’autobus ed essere quindi in ufficio: ne segue che non potete fare alcun affidamento sui servizi pubblici per recarvi nella vostra sede di lavoro. 

Adesso il problema che vi pongo è un altro: dovete andare a Ragusa nella vostra sede di trasferta. Andate in stazione e vi informate sui treni disponibili, e scoprite una simpatica sorpresa: tutti i treni hanno la coincidenza a Gela per proseguire verso Ragusa ed impiegano mediamente 4 ore e mezza ! 4 ore e mezza per tornare a Catania ! Mettiamo quindi il caso che sia Venerdì sera, e che abbiate staccato da lavoro alle 21,00 . Se tutto va bene, siete di ritorno a Catania all’ 1,30.

Ok, vi siete scoraggiati: niente treno. Decidete di prendere la macchina e di proseguire in autostrada. Ma quale autostrada ?! Ragusa non ha nessuna autostrada da cui è raggiunta ! Vi restano un infinità di strade provinciale e la famigerata Orientale Sicula, famosa per l’altissimo numero di morti e incidenti stradali di cui si è resa protagonista da quando è stata creata. 

Adesso è più chiaro capire perché sono dovuto emigrare ? Credete che Catania e che la Sicilia in genere sia un buon posto dove poter lavorare ? Assolutamente no. E lo sanno anche gli industriale e gli imprenditori che potrebbero crearvi lavoro. Ma le infrastrutture basilari non ci sono: nessuna ferrovia decente, nessun sistema stradale decente, nessun servizio pubblico decente; chi sarebbe tanto incosciente da mandare i propri dipendenti così allo sbaraglio ? Qualcuno di voi probabilmente pensa: “ma il problema non è soltanto nelle infrastrutture ! C’è anche la mafia !”. E’ vero. E’ così infatti. I problemi principali della mia amatissima terra sono sostanzialmente due: pessima amministrazione pubblica in qualsiasi sfera questa sia esercitata e mafia. Ma per adesso non parlerò di mafia: preferisco affrontare un problema alla volta. 

Ma chi è la vittima allora di tutto questo sistema ? I siciliani ovviamente, e la Sicilia mia amatissima. E provate a immaginare adesso: chi potrebbe cambiare le cose ? I siciliani ovviamente. 

Io davvero penso che il popolo siciliano potrà cambiare la terra in cui vive facendola diventare un posto migliore da come è adesso se troverà in se la dignità e l’orgoglio di rialzare la testa e manifestare la propria indignazione verso le cose che non funzionano o che funzionano male. 

Io davvero penso che ogni siciliano dovrebbe andare dai politici che lo rappresentano in comune, alla provincia, alla regione, in parlamento, e chieder a loro indignati: “dove sono le ferrovie ? Dove sono gli Eurostar e i treni veloci ? Dove sono le autostrade ?”. I siciliani possono cambiare le cose, ed io davvero penso che i siciliani potrebbero cominciare a farlo se soltanto cominciassero ad esprimere un po’ della loro indignazione verso le cose che necessariamente devono essere cambiate. 

Nel mio piccolo anch’io ho espresso un po’ della mia indignazione: ho espresso un po’ della mia indignazione verso un sistema universitario troppo spesso gestito come un feudo privato da parte di qualche patetico barone. 

E mi piacerebbe tantissimo non restare da solo a far questo. 

Perché fuggire dal corso di ingegneria informatica dell’Università degli studi di Catania

Dopo essersi laureati di triennale in ingegneria informatica molti dei miei amici hanno scelto di proseguire i propri studi in università diverse: Milano, Torino, Pavia, Pisa; giusto per citarne un paio.  Sono moltissime le persone che vanno via. Perché ? Le competenze informatiche presenti nel personale docente all’interno del dipartimento di informatica e delle telecomunicazioni di catania sono eufemisticamente imbarazzanti.  

  •  Professore Alberto Faro
E’ certamente quello che può essere definito l’elemento più rappresentativo di un fenomeno degradante. Tiene i corsi di Sistemi Informativi e Basi di Dati. “Insegna” in aula ad utilizzare Microsoft Access, disconoscendo SQL Server, MySQL, Oracle. Dagli errori che svolge abitualmente su semplici programmi Visual Basic dimostra di ignorare i principi basilari della programmazione.  Insegna sistemi informavi su piattaforma Windows / IIS / Asp / Access, ovvero l’unica piattaforma che non è utilizzata nel mondo reale. Disconosce Linux, Apache e i database sopra citati, ovvero gli unici ad essere usati nel mondo reale. E’ assenteista per vocazione. Delega tutto ai suoi assistenti dalle dubbie capacità tecniche e teoriche. 
  • Professoressa Antonella Di Stefano

Certamente preparata sulla disciplina, manca di una qualità non poco trascurabile: la capacità di esprimersi. Di nazionalità italiana, parla una lingua creola misto di italiano e inglese di difficile ascolto a coloro che siano in grado di parlare italiano o inglese. Le sue lezioni sono una tortura linguistica. La sua chiarezza è paragonabile a quella di Trapattoni; ovviamente scherzo: Trapattoni si esprime meglio. Le sue capacità espressive rendono le lezioni impossibili da seguire o comprendere. Arrogante e lunatica oltre modo, si è procurata il record di litigi avuti con gli studenti, compreso il sotto scritto. Seguite le sue lezioni senza preoccupazione se avete una buona predisposizione per le lingue straniere. 

  •  Professore Gaetano Messina
Cosa è possibile dire di costui ? Se lo avessi visto più volte sarebbe più facile farne una descrizione, ma è difficile parlare adeguatamente di una persona che non c’è mai. Definirlo “assenteista” sarebbe un modo eufemistico per dire che lavora poco: in verità Messina davvero non lavora affatto. Diserta le lezioni e gli esami. Girano leggende sul suo conto. Qualcuno sostiene che in realtà non esista e che la sua cattedra sia una copertura a qualcosa di poco raccomandabile. “Insegna” calcolatori elettronici, che nella sua accezione si riduce all’insegnamento delle utilissime stampanti ad aghi. Non riesco a dire altro. Potrebbe essere utile portare il suo caso a “Chi lo ha visto ?”
  • Professore Orazio Mirabella
Tale professore rappresenta un mistero nel sistema universitario italiano: è Prof. ordinario di Reti di Calcolatori e Fondamenti di Informatica malgrado le sue competenze informatiche -, per sua stessa ammissione -, siano ridottissime: lui preferisce definirsi “hardwerista”.  Insegna l’utilissimo Pascal, malgrado non sia in uso in alcun ambiente lavorativo. Disconosce C, C++ e Java. Durante le sue lezioni di rete insegna per due mesi lo stack di rete ISO / OSI, malgrado lo stack TCP / IP sia l’unico ad essere realmente usato. Insegna reti di calcolatori ma non ha mai visto un socket, ignorandone completamente il funzionamento. La sua profondissima incompetenza informatica lo spinge ad assegnare progetti difficilissimi e sconclusionati agli ingenui studenti – fra cui il sotto scritto -, che a lui si rivolgono per progetti di tesi e tesine. La sua impreparazione sfiora il ridicolo nel momento in cui si dimostra chiaramente incapace di comprendere gli argomenti che gli espongono i suoi stessi tesisti. I suoi tesisti svolgono il proprio lavoro esclusivamente da soli, sulle loro proprie forze. Non risponde mai alle email, si rende spesso irreperibile per appuntamenti. Rivolgetevi a lui per il vostro lavoro di tesi se avete ottimi nervi e 12 mesi di perdita di tempo sulla tesi non vi spaventano.
 
  • Professore Mario Barbera

Il professore a contratto Mario Barbera non è un essere umano: è un robot. Programmato da un hacker ubriaco del gruppo di ricerca in intelligenza artificiale dell’università degli studi di Messina, insegna nel corso di Fondamenti di Telecomunicazioni. Androide per nascita, – servo per scelta -, percepisce la realtà sotto algoritmi che sfuggono all’umana comprensione. Nella sua percezione della realtà la teoria degli segnali è l’unica disciplina che forma il futuro di un ingegnere e segna la sua carriera universitaria da studente. Per la sua natura elettronica e per il modo in cui si comporta durante gli esami è anche detto “Terminator”,  – o “Barberaman” dai più benevoli. Nella sua missione non vi è certo l’obiettivo di essere uno strumento di crescita per gli studenti. Lui è il Terminator, lui deve terminare i propri studenti. Nessuno può sfuggire alla collera di Barberaman. Su 100 persone che si presentano all’esame, mediamente ne passano 4. Soltanto i più valorosi o i più provati riescono alla fine ad averla vinta  sul temibile cyborg. Se lo incontrate sul vostro cammino, abbiate forza e tanto coraggio. 

 
 
 

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Manifesta la tua indignazione!

Avendo visto con quanto successo sono state colte le mie iniziative di denuncia, ho pensato di dedicare su questo blog uno spazio permanente di denuncia contro gli abusi che vengono perpetrati all’interno della facoltà di Ingegneria di Catania.

Se siete a conoscenza di fatti gravi, “curiosi” o comunque discutibili,

SCRIVETELI ADESSO SU QUESTO BLOG !

E’ garantito l’anonimato.

Se credete che ci sono cose che debbano essere cambiate, il primo passo per poterlo cominciare a fare è quello di creare una coscienza collettiva di quello che non funziona.

Da soli si può fare ben poco, insieme si può fare moltissimo.

MANIFESTATE LA VOSTRA INDIGNAZIONE!

  • Il vostro professore vi nega il diritto di vedere il vostro compito ?
  • il vostro professore nega la propria presenza durante gli orari di ricevimento ?
  • siete a conoscenza di “trattamenti particolari” che sono stati riservati a “persone particolari” ?
SCRIVETELO !
SCRIVETELO ADESSO !

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A mia discrezione potrò eliminare i messaggi che non ritengo opportuni.

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Lettera aperta al Prof. Gaetano Messina

Stimato professore Messina,
ero venuto personalmente a cercarla per consegnarle di persona questa lettera; incredibile a dirsi non l’ho trovata nel suo studio.

Da tantissimo tempo c’è una domanda che volevo chiederle, e le sarei davvero grato se potesse sciogliere questa mia curiosità: lei esiste realmente, o è un ectoplasma ?

Con grandissima stima,

Sereno Ternullo

P.S. Non abbia timore di me  ! Non sono un ghostbuster!, non le farò alcun male !

Un film che farà successo

Se vi siete commossi guardando “La principessa Sissi”,

se vi siete emozionati guardando la avventure di “Bambi”,

se avete sognato lottando assieme a “Superman”,

siete allora pronti a vivere una nuova grandissima Emozione!

Barbera Reloaded

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Il suo coraggio non conosce confini,

il suo cuore non conosce paura,

la sua forza non conosce ostacoli

Niente, nessuno lo potrà fermare !

Preparatevi a sognare con Barberaman !

 

La Casta – DEES – Università degli Studi di Catania

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Cos’è la Casta ?

La casta è un insieme eterogeneo di individui che riconoscono nell’appartenenza al proprio gruppo l’origine fondante di ogni loro privilegio. La casta è autoreferenziale: si crea da sola, si esalta da sola, si legittima da sola. Quali i sono i modi tramite cui poter accedere alla casta ?

  • diritto di nascita;
  • servilismo.

Il legame di parentela, – più o meno diretto con un membro qualsiasi della casta -, è certamente il modo più efficace per poterne entrare a far parte. Si può essere cugini, nipoti, zii, figli, amanti: qualsiasi legame familiare o affettivo è certamente un’ottima garanzia per entrare a farne parte.

Nei casi in cui manchino dei reali legami di sangue l’unica alternativa risiede nel servilismo. Il servilismo ha origine presso l’usanza degli antichi popoli di rendere schiave le popolazione conquistate, al fine di togliere assieme alle ricchezze dei popoli conquistati anche ogni briciolo della loro dignità. Nel fenomeno del servilismo di Casta il servo riconosce il proprio padrone nell’appartenente di Casta che più gli può garantire un inserimento nella Casta stessa.

Così come per i servi dei popoli antichi, anche i servi di casta si spogliano di ogni loro dignità e sembianza umana, speranzosi di raccogliere con la propria umiliazione un gesto di benevolenza del proprio padrone: la loro più alta ricompensa sarà l’integrazione nella Casta stessa.


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Momenti da incorniciare

Mail mandata in copia a tutto il personale del DEES della facoltà di ingegneria dell’università degli studi di Catania

Salve a tutti.

Avrei moltissimo piacere se leggeste questo:

https://sereno.wordpress.com/2008/01/27/lettera-aperta-al-prof-walter-aloisi/

Ho pubblicato questa pagina stamattina. Nel giro di 4 ore ha fatto 120 contatti.

Con grandissima stima,

Sereno Ternullo